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Ozonoterapia Veterinaria

Esperienze con Autoemoterapia ozonizzata

nel trattamento della mastite bovina.
Dott. Mario Luppi. Veterinario

Le esperienze di seguito riportate sono frutto dell'attività professionale svolta dal 1994 al 1996, che ha visto il trattamento di circa 500 capi adulti in lattazione affetti prevalentemente da forme sub-cliniche di mastite evidenziabile solitamente attraverso la conta cellulare del latte.

Tali soggetti appartenenti a 8 diversi allevamenti dei quali sei in zona Parmigiano-Reggiano e due in zona Grana Padano, sono stati trattati con la metodica della grande autoemoterapia ozonizzata senza però porsi nell'ottica di fornire dati utili per un'indagine statistica.

Le bovine trattate con la metodica dell'autoemoterapia ozonizzata, includevano tanto soggetti mai trattati con antibiotici quanto soggetti già sottoposti a terapia antibiotica ma nei quali persisteva però una elevata conta cellulare del latte dopo 15 giorni dalla fine del trattamento.

La conta cellulare solitamente considerata è quella dell'Associazione Provinciale Allevatori (APA) che mensilmente viene eseguita su ciascuna bovina o in assenza di questa, si è proveduto ad evidenziare una possibile leucocitosi del latte mediante California Mastytis Test (CMT).

A completamento di un elevato contenuto cellulare del latte sono stati inoltre eseguiti periodicamente esami batteriologici presso Zooprofilatici o laboratori privati, allo scopo di identificare i patogeni aziendali dominanti ed ottenere dall'Antibiogramma informazioni terapeutiche.

I patogeni aziendali riscontrati con maggior frequenza sono stati :
Streptococco Urbanis, Streptococco Agolactiae, Streptococco Disgolactiae, Stafilococco Aureus, Coli.

Verso ciascuno di questi patogeni si sono evidenziati gradi diversi di successo terapeutico.
La metodica impiegata è quella della grande autoemoterapia ozonizzata iperbarica secondo Kieff.

Una volta identificati i soggetti con conta cellulare elevate nel latte, si è dalla vena giugulare o dalla vena mammaria una quantità di sangue variabile fra 1000 e 2000 cc. in un unico momento oppure in due riprese a seconda del quantitativo deciso; si è quindi restituito il sangue immediatamente dopo avervi fatto passare una miscela O2/O3 ad una concentrazione di 26/50 hg per ml.

Così facendo si stima che ogni soggetto riceve una quantità di O3 variabile dai 10 ai 20 mg. Per ogni ciclo da 1lt. di sangue.

I risultati ottenuti sono stati complessivamente molto buoni seppure con il necessario distinguo.

In particolare nelle infezioni da Streptococco Agolactiae si sono avute le risposte più contrastate con un miglioramento iniziale del quadro clinico mammario cui spesso seguiva però un ritorno alla precedente situazione. L'autore ritiene che ciò sia dovuto alla continua reinfezione che potrebbe insorgere con la mungitura tanto da anulare l'andamento positivo dell'infezione indotto dall'ozono.

Migliori risultati si sono ottenuti per patogeni quali Aureus e Uberis verso i quali la conta cellulare si è normalizzata in circa il 70% dei casi dopo un ciclo di ozonizzazione e nell' 80% dopo un secondo ciclo distanziatodal precedente di pochi giorni.

La restante percentuale dei soggetti non sembra influenzata dal trattamento con autoemotrasfusione ozonizzata per i motivi più vari fra qui il più riscontrato è stata la presenza di sequestri endomammari rinvenibili alla palpazione mammale, segno evidente di una cronicità poco modificabile.

Una nota positiva è indubbiamente il trattamento delle forme acute per le quali i successi sono veramente elevati ma per le quali il riscontro numerico in allevamento offre poche opportunità di intervento.


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